L’ARGENTO COLLOIDALE

Cos’è l’argento tutti noi lo sappiamo molto bene e molto probabilmente poche case non hanno almeno un oggettino fatto con questo metallo.
L’argento fa parte dei cosiddetti metalli nobili, come l’oro, il platino, il palladio e pochi altri. Questi metalli sono definiti nobili per le loro proprietà tecnologiche e fisiche: non formano ossidi a contatto con l’acqua e nemmeno ad alte temperature, sono inalterabili nel tempo, non si combinano facilmente con altri elementi dato il loro stato atomico stabile e resistono bene alla corrosione degli acidi.
Nella storia l’argento è stato impiegato in vari modi: per coniare monete, fabbricare gioielli, soprammobili e suppellettili per la tavola.
In questa sede, però, interessa un altro impiego che l’uomo ha fatto dell’argento: il suo utilizzo come rimedio contro le malattie.
Pare che il primo rimedio a cui si fece ricorso utilizzando l’argento sia stato fatto dalla medicina tradizionale cinese con l’agopuntura. Questa tecnica si sviluppò più di cinque mila anni orsono e all’inizio i meridiani venivano stimolati con dei piccoli legnetti o con delle spine. Nel corso degli anni la tecnica si raffinò e i legnetti furono soppiantati da aghi prima di ferro, poi d’oro e quindi d’argento. Gli aghi d’argento più antichi furono ritrovati in una tomba di un notabile cinese circa quattromila anni addietro.
Sembra che gli aghi d’oro abbiano il potere di stimolare mentre, al contrario, quelli d’argento siano in grado di calmare.
Ancora però non abbiamo centrato il nostro obiettivo: l’argento colloidale.
Iniziamo con il tentare di spiegare cos’è un colloide. Per colloide si intende un sistema in cui sono distribuite particelle minuscole e per minuscole si intendono dimensioni pari a nanometri dove un nanometro corrisponde a un miliardesimo di metro! Queste minuscole particelle possono raggiungere dimensioni pari a 200 nanometri. Per rendersi meglio conto di quanto siano piccole queste particelle può essere utile un confronto: un globulo rosso umano ha un diametro di 7,5 micrometri, (1 micrometro corrisponde a 7.500 nanometri!) quindi una particella colloidale di 200 nanometri risulta essere 40 volte più piccola di un globulo rosso.
Nel mondo scientifico si parla di “sistema colloidale” quando sono soddisfatte 3 condizioni:
1) Devono esserci componenti diverse;
2) Le componenti devono far parte di fasi diverse;
3) Le particelle non devono essere solubili.
Le particelle colloidali sono dunque in sospensione in un liquido che le contiene e non si sciolgono in esso.
Quando si parla di argento colloidale ci si riferisce a particelle infinitesimali d’argento in sospensione in acqua distillata. Queste particelle sono dotate di carica elettrica.
Abbiamo detto che le particelle d’argento sono in sospensione e questo significa che le stesse non precipitano sul fondo. Come può accadere questo? Innanzitutto le particelle, come abbiamo già appreso, sono infinitamente piccole e pertanto sfuggono alla forza di gravità inoltre essendo caricate elettricamente si respingono continuamente mantenendosi così in equilibrio. C’è anche un’altra forza che ne impedisce il deposito sul fondo e questa forza è conosciuta come il “moto browniano” che prede il nome dallo scopritore il botanico Robert Brown. Questi aveva osservato che nei liquidi le particelle più piccole, cioè quelle inferiori a un micrometro, si muovono in continuazione urtandosi costantemente ed è proprio questo moto ad impedire alle particelle di depositarsi sul fondo.
Qual è l’utilità dell’argento colloidale per la salute dell’uomo?
L’argento colloidale è in grado di agire contro batteri, virus e funghi senza debellare i batteri utili all’organismo umano.
L’uso dell’argento colloidale è stato sperimentato in diverse malattie e si è dimostrato praticamente privo di effetti collaterali a differenza di molte sostanze chimiche.
Le persone soggette all’Herpes simplex sanno molto bene che sono maggiormente attaccate da questo fastidiosissimo virus quando si trovano in situazioni particolarmente stressanti. Tamponando la parte interessata con l’argento colloidale, nella maggior parte dei casi, si riesce a impedire la formazione delle vescicole tipiche di questa dolorosa manifestazione virale.
L’argento colloidale si è dimostrato molto utile anche in caso di ferite da taglio, ustioni, infiammazioni in quanto oltre ad una azione antinfiammatoria accelera la cicatrizzazione favorendo la formazione di nuovo tessuto epiteliale.
Grazie alla possibilità del suo largo impiego e alla sua caratteristica di non dare effetti collaterali l’argento colloidale ebbe un vasto utilizzo fino al primo ventennio del XX° secolo: cioè fino a quando fu scoperta la penicillina che diede l’avvio all’era degli antibiotici. Da allora se ne scoprirono molti altri. Purtroppo a causa del largo impiego di questi medicinali di sintesi si sono sviluppati dei ceppi di batteri sempre più resistenti agli antibiotici.
Questo fatto ha fatto sì che dagli anni ’70 del secolo scorso vi sia stato una riscoperta dell’argento colloidale. La scienza non ha ancora chiarito completamente come agisca esattamente questo colloide. Ciò che sembra certo è che ci sono moltissime testimonianze di persone che hanno avuto risultati sorprendenti utilizzando semplicemente l’argento colloidale.
È importante sottolineare che pur dando dei risultati sorprendenti non si deve considerarlo un prodotto miracoloso e soprattutto si deve evitare il “fai da te” ma di rivolgersi ad un medico esperto in materia.
Infine si vuole rendere noto che l’argento colloidale può essere impiegato anche contro i parassiti delle piante sia innaffiandole con acqua addizionata con argento colloidale in ragione di un cucchiaino di argento ogni litro d’acqua oppure si possono spruzzare direttamente le foglie. Un’unica avvertenza e di nebulizzare o innaffiare le piante dopo il tramonto e questo per due motivi:
1) Innaffiare o nebulizzare le piante durante le ore diurne non è una buona regola in quanto questo nuoce alla pianta;
2) Perché la luce diurna destabilizza la soluzione e questo è il motivo per il quale viene conservata in bottiglie di vetro brunito.
Anche gli animali trovano beneficio dall’assunzione di argento colloidale.
Per quanto attiene all’argiria che è la “colorazione grigia o blu opaco della pelle, della congiuntiva e degli organi interni provocata da un’esposizione prolungata ai sali d’argento” sembra insorgere in soggetti che soffrono di ridotta funzionalità renale. A questo proposito si ricordano le dosi raccomandate dalle autorità sanitarie americane che fissano in 350 microgrammi la quantità massima che può assumere un adulto di circa 70Kg.
Ad ogni buon conto non ci stancheremo mai di raccomandare di rivolgersi sempre al proprio medico di fiducia.

Le informazioni contenute in questo articolo sono state tratte da:
“Uso terapeutico dell’AREGNTO COLLOIDALE prezioso antibiotico naturale”, Josef Pies, Ed. Macro Edizioni 2013

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